Sandra Ceciarini

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Le associazioni degli Enti locali in Africa dell’ovest

E’ questo il lavoro di ricerca che ho effettuato per Platforma nel quadro del programma europeo NSA/LA e che ha portato sui seguenti paesi : Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo.

Il lavoro riguarda la struttura, gli obiettivi ed i mezzi operativi delle associazioni nazionali di enti locali di questi paesi, grazie alle informazioni che ho potuto raccolgliere presso i responsabili.

 

Tengo a ringraziare i dirigenti di queste associazioni per la loro attiva collaborazione, in particolare i loro Presidenti ed i loro Segretari Generali, senza la cui partecipazione non avrei potuto effettuare questo lavoro. Non potro’ nominarli tutti ma spero che si riconosceranno in questo messaggio.

 

Un ringraziamento che desidero estendere anche ai colleghi di CGLU e di CGLU Africa che hanno il compito di riunire tutte le informazioni raccolte nel Rapporto Globale sulle Associazioni di Enti locali destinato alla Commissione Europea.

 

Ecco la lista delle Associazioni Nazionali sulle quali ho svolto la mia ricerca :

 

- Benin : Associazione Nazionale dei Comuni del Benin

- Burkina Faso : Associazione dei Comuni del Burkina Faso

- Capo Verde: Associazione Nazionale dei Comuni di Capo Verde

- Costa D’Avorio : Unione delle Città e dei Comuni di Costa d’Avorio

- Gambia : Associazione degli Enti Locali del Gambia

- Ghana : Associazione Nazionale degli Enti Locali del Ghana

- Guinea : Associazione Nazionale dei Comuni della Guinea

- Guinea Bissau : Commissione di installazione degli Enti locali

- Mali : Associazione delle Municipalità del Mali

- Mauritania : Associazione dei Sindaci di Mauritania

- Niger : Associazione dei Comuni del Niger

- Senegal : Unione delle Associazioni di Eletti locali del Senegal

- Sierra Leone : Associazione degli Enti locali della Sierra Leone

- Togo : Unione dei Comuni del Togo

 

Nelle mie interviste e conversazioni con i responsabili delle Associazioni, ho potuto costatare l’ambiente e le condizioni di lavoro, molto difficili, e l’attaccamento di questi responsabili alla loro missione, il cui obiettivo è quello di rinforzare gli enti locali, allorchè mancano le risorse finanziarie ed umane necessarie.

 

Un filo conduttore lega la realtà di queste associazioni : una legislazione ed un quadro di fondo poco propizio al decentramento, l’incapacità dei membri (volontari) a pagare le quote di adesione, l’insufficienza delle risorse finanziarie ed umane, il bisogno di formazione, a tutti i livelli.

 

La ricerca ha messo in evidenza l’immenso lavoro che rimane da fare per aiutare le associazioni di questi paesi in cui il decentramento è una promessa più che una realtà. I testi Costituzionali della maggior parte di questi paesi prevedono l’implementazione di un processo di decentramento ma questo rimane spesso senza alcun seguito a causa delle circostanze politiche e delle carenze del quadro legislativo predisposto.

 

Nella maggior parte dei casi le associazioni sono basate su un’adesione volontaria dei membri ma questi non hanno i mezzi per fare vivere una struttura indipendente ed efficiente. I bilanci delle associazioni sono esigui. Le strutture di segretariato sono dotate di poche persone e non hanno nessuna risorsa, mentre i fabbisogni sono numerosi ed importanti.

 

Si capisce allora che, in un simile contesto, le associazioni africane di enti locali hanno delle grandi aspettative da parte dei donatori internazionali e sopratutto dell’Unione Europea. Queste aspettative riguardano non solo l’aiuto finanziario ma anche il sostegno concreto in termini di trasmissione di conoscenze e know how.

 

La Commissione Europea, in seguito alla Comunicazione pubblicata nel maggio 2013 sul ruolo degli enti locali nella cooperazione allo sviluppo ed il buon governo, ha posto il decentramento come priorità della politica europea per l’aiuto allo sviluppo. Siamo ad un momento chiave per il lancio di un nuovo modello di sviluppo basato sulla « local governance » e l’efficacia dei risultati (aid efficiency).

 

Ma il decentramento è prima di tutto una questione di volontà politica che dipende soprattutto dai governi centrali, non sempre pronti a cedere una parte dei loro poteri e delle loro competenze, e sopratutto a conferire le risorse finanziarie necessarie. Gli attori di terreno, gli eletti, i responsabili delle associazioni hanno un ruolo molto importante nel dialogo con lo Stato centrale ed hanno bisogno di essere sostenuti ed accompagnati in questo esercizio. I movimenti internazionali come CGLU o come l’AIMF e CGLF, sono le organizzazioni volte a nutrire questi processi. E’ buon segno che la Commissione Europea abbia finalmente riconosciuto questo ruolo ad abbia stabilito un partenariato strategico con questi attori affinche possano svolgere al meglio la loro missione.

 

In questa dinamica di apertura nuova da parte dell’Unione europea riguardo alla sua politica per l’aiuto allo sviluppo, ho constatato con interesse che varie associazioni nazionali hanno instaurato un dialogo con le delegazioni dell’Unione europea nei loro paesi e che si parla di un sostegno dell’UE per il funzionamento della loro struttura. Si tratta di un progresso che sottolinea la volontà dell’Unione Europea di apportare un appoggio concreto alla « local governance » in Africa e ai suoi promotori che sono le associazioni degli enti locali.

 

Questo nuovo quadro strategico potrà e dovrà contribuire a rafforzare le associazioni nazionali africane. La sezione africana di CGLU, CGLU Africa, guidata da Jean Pierre Elong Mbassi, (che ha avuto un ruolo estremamente importante nel processo che ha portato al riconoscimento degli enti locali come attori per lo sviluppo) avrà una missione primordiale e rappresenterà un centro di risorse unico per le associazioni africane ed i loro enti locali membri.

 

La questione dell’aiuto materiale e della formazione sono molto probabilmente prioritari per le associazioni di autorità locali africane. Tutti gli attori e donatori, a tutti i livelli, eletti ed esperti, uomini e donne, di tutte le origini, ed in particolare gli Europei, possono portare la loro pietra.

 

Con una popolazione che dovrebbe raddoppiare da qui al 2050, per raggiungere gli oltre due miliardi, di cui la metà avrà meno di 25 anni, l’Africa fa fronte a delle sfide strutturali inedite. L’évoluzione demografica è una opportunità di crescita economica ma sconvolgerà gli equilibri dei territori, come lo ricorda un Rapporto pubblicato dalla Banca Africana per lo Sviluppo di quest’anno (1) . In Africa i livelli di sviluppo umano non hanno smesso di migliorare dal 2000 e 17 su 52 paesi hanno raggiunto un livello di sviluppo intermediario o elevato. Cio’ nonostante, i tassi di povertà rimangono elevatissimi ed i miglioramenti nel campo della salute, dell’educazione e del reddito sono molto disomogenei. Delle immense diseguaglianze persistono fra i vari paesi e all’interno di essi, cosi’ come fra uomini e donne.

 

citation

Lo sviluppo in Africa parte dal livello locale.

 

Le necessità sono enormi ma, come lo ricordava Jean Pierre Elong M’bassi in una trasmissione su RFI (2) « Gli Enti locali non sono una minaccia per gli Stati (..). Il decentramento in Africa è la risposta ad una forte richiesta di partecipazione sociale delle popolazioni (…). Gli Stati hanno ormai capito l’interesse del decentramento …., che è ormai iniziato.. ».

 

Gli Stati membri dell’Unione Africana hanno adottato nel giugno del 2014 « La Carta Africana dei valori e dei principi del decentramento, della local governance e dello sviluppo locale ». Questa Carta, che si ispira della Carta Europea per l’autonomia locale (3), rappresenta un enorme passo avanti per la local governance ed il buon governo in Africa.

 

Scrivo questo articolo alla vigilia di Africités, che si svolgerà quest’anno a Johannesburg a fine novembre, un appuntamento unico per gli eletti ed i responsabili locali africani. Ho partecipato per la prima volta ad Africités a Dakar, nel 2012 : sono stata impressionata dall’organizzazione, il numero enorme di partecipanti, ma sopratutto dalla qualità del contenuto e l’entusiasmo dei dibattiti. E’ questo lo spirito della costruzione dell’Africa di domani ! Uno sfondo di grande dinamismo per le associazioni degli enti locali africani, malgrado le difficoltà che conoscono. Il decentramento è ormai iniziato in Africa, e non lo si puo’ fermare. Si tratta di accompagnarlo e sostenerlo affinché le promesse diventino realtà !

 

1)«Perspectives Economiques en Afrique » pubblicate in occasione della 50° Assemblea Annuale del Gruppo della Banca Africana per lo Sviluppo.

 

2) La trasmissione di Alain Foka del 1 dicembre 2012 su RFI con Jean-Pierre Elong Mbassi, segretario generale di CGLU Africa.

 

3)La Carta Europea dell’Autonomia Locale è stata lanciata dal Consiglio d’Europa nel 1985, in seguito alla sua adozione all’interno del Congresso dei Poteri Locali e Regionali, ed è entrata in vigore nel 1988. Si tratta del primo strumento giuridico multilaterale atto a garantire il principio di sussidiarietà negli Stati membri del Consiglio d’Europa, principio secondo il quale gli enti locali devono gestire e controllare una parte importante degli affari pubblici nell’interesse della popolazione locale e con la loro stessa responsabilità.

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