Una Carta per le Donne del Mediterraneo
La Carta per l’Uguaglianza delle donne e degli uomini nella vita locale della regione Euro-Mediterranea è un progetto del COPPEM(1), finanziato dall’Unione Europea nel quadro delle politiche di cooperazione con le regioni vicine (DG NEAR) a cui sono stata chiamata a partecipare come esperta.
Al progetto hanno partecipato vari partner del bacino Mediterraneo tra i quali la FEMP(2) e l’Associazione delle Municipalità di Malta, nonché varie entità dei paesi della riva sud, non membri dell’Unione Europea ed in particolare d’Algeria, Tunisia, Palestina, Turchia , Egitto.
Alla riunione di Palermo che si è svolta il 30 settembre scorso è stata approvata la versione finale della Carta che verrà presentata alla Conferenza finale del progetto, a Madrid, il 21 e 22 novembre.
Un’iniziativa ed un lavoro che sono apparsi sin dall’inizio come una sfida importante, visti i temi affrontati ed il momento di transizione difficile che molti di questi paesi conoscono.
Una situazione allarmante, se si pensa che come ormai molti rapporti attestano, lo sviluppo del mondo dipenderà dallo sviluppo della situazione delle donne. Rimangono da accertare gli effetti delle primavere Arabe su questo argomento ! Mentre le primavere si sono rapidamente rivelate autunno..se non inverno, la condizione delle donne in molti paesi si è allo stesso tempo deteriorata, come lo si puo’ facilmente immaginare se si pensa ai paesi ormai travolti da guerre e conflitti senza fine.
Se la nuova Costituzione Tunisina ha rappresentato un grande passo avanti per le donne, riconoscendo l’uguaglianza fra donne e uomini come diritto fondamentale insieme all’acquisizione per queste di altri diritti, i dati di un paese come l’Egitto, paesi che sono stata portata a conoscere di più nel mio ruolo di coordinatrice, indicano in effetti lo sforzo che resta da fare per aiutare le donne di questi paesi.
Ho fatto riferimento, nella mia ricerca, ai dati della Commissione CEDAW delle Nazioni Unite, che sono stati presentati dall’Ambasciatrice dell’Egitto presso la Commissione, che ho avuto il piacere di conoscere ed il cui lavoro dettagliato ed esauriente ha rappresentato una grandissima fonte di informazioni. A quei rapporti è seguita la rivoluzione del 2011, alla quale le donne hanno apportato un grande contributo. Da allora l’Egitto ha attraversato una situazione di instabilità continua, con due Presidenti, due Costituzioni ed una successione di governi. La Costituzione del 2014 contiene degli articoli in favore delle donne : l’articolo 6 sulla cittadinanza afferma che « la cittadinanza è un diritto che deve avere ogni persona che nasce da un padre o una madre Egiziana » (cio’ che non era il caso prima) ; l’articolo 11 riconosce l’uguaglianza fra uomini e donne nel campo dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali ; l’articolo 180 riguarda l’accesso al potere e prevede, per esempio, che per l’elezione dei consigli locali almeno un quarto dei seggi siano riservati alle donne.
Ma secondo molti la rappresentanza politica delle donne non è indicativa del ruolo che esse hanno nella società nella società Egiziana, dove la loro situazione rimane drammatica. Ecco alcuni dati riportati da un rapporto di Amnesty International : 99% delle donne e ragazze Egiziane sono state vittime di molestie sessuali, 47,4% di donne sposate, divorziate, vedove hanno subito violenze da parte del marito, 91% delle donne in Egitto hanno subito l’infibulazione, e dal 2011 un solo caso è stato punito. Due altri dati ci parlano della condizione della donna in Egitto : almeno 2 milioni di donne (su una popolazione totale di circa 82 milioni) non posseggono la carta di identità, cio’ che significa che non possono votare, nè lavorare, nè avere un conto in banca o accedere a qualsiasi altro diritto, semplicemente perchè quelle donne per il paese non esistono ! Infine il 37,3 % delle donne di più di 10 anni in Egitto sono analfabete.
Secondo una recente inchiesta la situazione delle donne in Egitto all’ora attuale è una delle più retrograde del mondo arabo. Ma i progressi da fare sono enormi ovunque ed in questo contesto è fondamentale il necessario ricorso ai testi giuridici internazionali per la protezione delle donne che abbiamo voluto richiamare nell’introduzione della Carta : la Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ed il Trattato dell’Unione Europee, la Convenzione CEDAW dell’ONU del 1979, la Dichiarazione di Pechino del 1995, le risoluzioni dell’ONU su « Donne, Pace e Sicurezza », nonchè la Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata ed altri testi di riferimento oggi più che mai di attualità come la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.
L’idea di una carta euro-Mediterranea per l’uguaglianza fra uomini e donne nella vita locale deriva dalla carta Europea, lanciata dal CCRE nel 2006, della quale quest’anno ricorre il decimo anniversario.
La Carta Euro-Meditarranea per l’uguaglianza fra donne e uomini rappresenta uno strumento importante già per i punti su cui i partner di molti paesi della riva nord e sud del Mediterraneo si sono accordati all’interno del testo.
Per citarne alcuni : l’uguaglianza nella rappresentazione politica, la lotta contro la violenza di genere, compreso il delitto d’onore, la violenza fisica e psicologica, le mutilazioni genitali, il matrimonio forzato, la tratta di esseri umani, la sicurezza e la protezione delle donne nei conflitti e delle donne rifugiate e dei minori. La Carta sottolinea il diritto delle donne all’educazione, al lavoro, ai servizi di assistenza, alla cultura ; infine fa riferimento alla situazione particolare delle donne nei paesi poveri per le quali lo sviluppo economico, l’accesso al microcredito, i progetti di cooperazione internazionale sono fondamentali se, come stabilisce l’ONU, la partecipazione delle donne apporterebbe il 20% alla crescita mondiale.
Alla lettura del testo della Carta si capisce che l’approvazione dei firmatari non sarà cosa evidente. L’applicazione ancora meno. Ma un passo fondamentale è senza dubbio già stato fatto con il testo, la cui stesura ha richiesto un lungo cammino segnato da incontri dei vari rappresentanti di tutti i paesi partner.
Inizia adesso la fase di adesione alla Carta, a cui sono invitati enti locali e città dei paesi del nord e del sud del Mediterraneo. Ma sarà fondamentale anche l’adesione e la cooperazione delle ONG, Università, Fondazioni ed altre organizzazioni che nei paesi della riva sud hanno un contatto importante con il territorio, con le popolazioni, e che potranno contribuire a far conoscere e capire il valore del documento. Il ruolo dei governi sarà poi fondamentale.
I primi firmatari, che faranno atto dimostrativo alla Conferenza di Madrid, saranno chiamati ad incoraggiare altrettante firme spiegando il significato politico e la portata di questo atto dal punto di visto dei diritti umani. L’ONU ha riconosciuto l’uguaglianza fra uomini e Donne come uno dei 17 obiettivi nel quadro dell’Agenda nell’ ONU per il 2030. Ban Ki Moon aveva detto che se il mondo vuole vincere la povertà non puo’ continuare ad ignorare la sorte di più della metà della popolazione, che le donne rappresentano.
Le donne sono protagoniste oggi di tante tragedie che colpiscono il nostro Mediterraneo : nei barconi che affondano in mezzo al mare e in cui spesso perdono la vita con i loro bambini, che talvolta portano ancora in grembo, nelle case in cui vengono perpetrati femminicidi e violenze inaudite, nelle guerre che stanno distruggendo interi paesi, nei campi per i rifugiati, nei campi di lavoro, anche Europei.
La società moderna, le nostre democrazie, i nostri governi, non possono più tollerare tanta ingiustizia. Non devono. Questa Carta è sicuramente ambiziosa, ma dal qualche parte si deve cominciare ! I diritti riconosciuti in questo documento dai rappresentanti dei paesi a nord e a sud del bacino del Mediterraneo rappresentano un punto di partenza straordinario e stanno a dimostrare che il dialogo è possibile, laddove esiste la volontà politica.
1) La Conferenza Permanente dei Poteri Locali del Mediterraneo che sostiene la Regione Sicilia ed ha sede a Palermo.
2) La Federazione Spagnola dei Comuni e delle Province
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