I diritti delle donne nel mondo : a 25 anni dalla Conferenza di Pechino
Era il marzo 2020. Donne (e uomini) di tutto il mondo dovevano ritrovarsi alle Nazioni Unite, a New York, per celebrare, durante l’Assemblea Generale, il 25emo anniversario della grande Conferenza di Pechino. Ma il 9 marzo l’Italia decreto’, primo paese in occidente, il lockdown totale, a causa della pandemia del Covid-19.
Già nel 2000 avevo partecipato ai dibattiti di Pechino + 5, con una delegazione di donne elette europee, nel quadro di una delegazione organizzata dalla IULA(1),e riuscimmo ad inserire il riconoscimento degli enti locali come attori chiave nella realizzazione del Piano d’azione. Ovviamente nessuno ha potuto rendersi a New York per i dibattiti di Pechino + 25.
Ho deciso di approfittare di questo periodo per seguire un corso online dell’Università di Stanford sui Diritti delle Donne. Il corso, della professoressa Ann Murray, ha avuto un tema portante: la concezione dei diritti delle donne come diritti umani fondamentali, a partire dalla Dichiarazione universale dei Diritti Umani del 1948 (che volutamente non chiamero’ diritti dell’uomo !). Basato sul contenuto del libro della professore Murray, « From Outrage to Courage », è stato un percorso davvero molto interessante, ma anche molto bello poichè mi ha permesso di conoscere tante storie di donne, di culture, paesi, e origini diverse, con un denominatore comune – il vivere nella povertà, l’esclusione e l’ingiustizia.
Il fatto di essere nate donne costituisce un motivo supplementare per la loro condizione.
Nell’ introduzione al secondo capitolo del suo libro, Ann Murray riporta le parole di una donna Nigeriana “Quando nacqui, arrivo’ una bambina ; invece aspettavano un bambino. I miei genitori, tutta la famiglia, l’intera tribu’ furono cosi’ delusi che nessuno si ricordo’ di registrare la mia nascita. Ero una donna : una cosa insignificante ! ». Questa storia è la prima di altrettante sventure, drammi umani e fatti testimoniati da tante donne durante il corso, che provano come ancora oggi, i diritti delle donne del mondo siano non solo non rispettati ma calpestati.
Gli obiettivi della Conferenza di Pechino, che nel 1995 getto’ le basi per una vera agenda politica delle Nazioni Uniti per il rispetto dei diritti delle donne, sono ancora lontani dall’essere raggiunti. Il Piano d’azione di Pechino individua dodici aree di crisi, considerate come i principali ostacoli al miglioramenti della condizione femminile : i) Donne e Povertà, ii) Istruzione e formazione, iii) Donne e salute, iv) La violenza contro le donne, v) Donne e conflitti armati vi) Donne ed economia, vii) Donne, potere e processi decisionali, viii) Meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne ix) Diritti fodamentali delle donne x) Donne e media xi)Donne e ambiente xii)Le bambine.
I dati pubblicati regolarmente da UN Women (2) mostrano chiaramente come l’agenda di Pechino ed il suo Piano d’Azione debbano ancora essere al centro dell’attenzione mondiale ; bisogna intervenire con urgenza !
Ecco alcuni dati, per esempio. La povertà : per ogni 100 uomini ci sono 122 donne che vivono con meno di 1$ e 90 centesimi al giorno. Le donne sono più colpite degli uomini ; il divario più importante riguarda la fascia di età fra i 15 ed i 34 anni. L’istruzione : ci sono ancora 48% di bambine che non vanno a scuola in certe regioni del mondo. Le bambine che non vanno a scuola non solo non imparano a leggere e scrivere ma per ogni anno di scuola che perdono vedono aumentare le probabilità di sposarsi quando sono ancora bambine e diminuiscono invece le possibilità di poter lavorare un giorno, di non morire durante il parto o durante la gravidanza e di poter vivere in salute. Ogni giorno, nel mondo, 830 donne muoiono di parto o durante la gravidanza. Secondo l’UNICEF, circa 700 milioni di donne ancora in vita sono state vittime di matrimoni precoci. Le « spose bambine » sono donne alle quali vengono negati i diritti fondamentali appunto e sono più soggette a violenze, abusi e sfruttamento. Alle conseguanze sociali bisogna aggiungere l’alto rischio di vedere perpetrare, attraverso queste donne, cicli intergenerazionali di famiglie che vivono in povertà.
Questi dati di offrono un quadro sulla situazione dei diritti delle donne nel mondo nonché sulle barriere culturali e sociali che ancora oggi ostacolano non solo il progresso dei diritti delle donne, ma della nostra società e del nostro pianeta.
Ogni ingiustizia subita da una donna, ogni vita non vissuta è una ricchezza perduta per l’umanità intera. Ogni diritto offeso ad una donna è un mancato rispetto non solo per i diritti delle donne ma per la dignità umana. La Conferenza di Pechino ha portato la dignità delle donne e con essa il rispetto della dignità di tutti gli essere umani al centro dell’agenda dell’ONU. Il mancato appuntamento del 2020 di Pechino+25 lascia un vuoto. Gli Stati dovranno continuare ad impegnarsi politicamente per realizzare il Piano d’Azione di Pechino. Allo stato attuale delle cose cio’ non sembra scontato. Il drama della pandemia del Covid-19 e le conseguenze sociale note, in cui le donne stanno pagando un carissimo prezzo, sembra aver aperto una nuova riflessione sui diritti delle donne. Vogliamo sperare che le parole ed i pensieri si traducano in realtà. Ne riparleremo in un altro capitolo di queste pagine. Ma non dimentichiamo i temi dell’agenda di Pechino e l’appello al ruolo dell’ONU e degli Stati per migliorare le codizioni delle donne nel mondo.
1.IULA : The International Union of Local Authorities; the founding organization of UCLG (together with UTO).